terça-feira, maio 05, 2009

um buraco na rede que nos arrasta

"Mia Cara, credo che il diametro di quest'isola non superi i cinquanta chilometri, al massimo. C'è una strada costiera che la gira tutta in tondo, stretta, spesso a picco sul mare, altrimenti pianeggiando in coste brulle che scendono a solitarie spiaggette di ghiaia orlate di tamerici bruciate dal salino, e in alcune a volte mi fermo. Da una di queste ti parlo, a bassa voce, perché il meriggio e il mare e questa luce bianca ti hanno fatto chiudere le palpebre, stesa qui accanto a me, vedo il tuo seno che si solleva al ritmo pausato della respirazione di chi sta dormendo e non voglio svegliarti. Come piacerebbe questo luogo a certi poeti che conosciamo, perché è così scabro, essenziale, fatto di pietre, montagnole brulle, spini, capre. Mi è perfino venuto a pensare che quest'isola non esista, e di averla trovata solo perché la stavo immaginando. Non è un luogo, è un buco: intendo della rete. C'è una rete nella quale pare sia ormai impossibile non essere catturati, ed è una rete a strascico. In questa rete io insisto a cercare buchi. Ora mi pareva quasi di aver sentito la tua risatina ironica: "E dàgli, ci risiamo!". E invece no: hai le palpebre chiuse e non ti sei mossa. Me lo sono solo immaginato. Che ore saranno? Non ho portato l'orologio, che del resto qui è del tutto superfluo." Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi


foto por gambozino

Este excerto de Tabucchi, para quem não percebe italiano, pertence a uma das muitas cartas que são escritas para uma mulher, cartas essas que na sua totalidade constituem o romance. Esta é logo a primeira, e fala de uma ilha (isola). O homem pensa em quanto aquele lugar agradaria a certos poetas que conheçe, e por vezes vem a si uma sensação de que nada daquilo existe, que é bom demais para não ser uma miragem, uma alucinação onírica de um lugar que segundo ele é um buraco na rede. "Existe uma rede na qual parece ser cada vez mais impossível não ser capturados, uma rede de arrastão. Nesta rede eu insisto em procurar buracos.". Quando estou na minha ilha o meu sentimento coincide justamente com este, cada vez mais, porque cada vez mais a rede me arrasta, e porque nunca vou cessar de procurar esses tais buracos, os que permitem por breves instantes não ser arrastado, parar, respirar fundo e ver as coisas que há dentro, à volta e para além das coisas, não "o", mas "um" sentido da vida. Porque está a ficar cada vez mais tarde, minha cara.

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